24 Mar Cosa impariamo dalla lettura del fantasy
La nostra carrellata che approfondisce le caratteristiche della narrativa di genere oggi si sofferma sul fantasy, un genere che abbiamo particolarmente a cuore, perché il primo romanzo pubblicato da BookTribu, Freccia di Emilio Alessandro Manzotti, è un urban fantasy.
Tra i generi di cui abbiamo parlato, il fantasy è quello nato più di recente, nel XX secolo, anche se deriva direttamente dal fantastico a cui appartengono l’horror, la fantascienza e il gotico.
Per vario tempo si è associato il termine fantasy alle storie con maghi, draghi, fate, folletti e simili, ma non è così: una storia viene definita fantasy se contiene tematiche soprannaturali che non è possibile spiegare in modo scientifico, come avviene nella fantascienza.
E anche il fantasy, come già abbiamo visto per il giallo e per la fantascienza, si suddivide in tanti sottogeneri.
Così se Il signore degli anelli di J.R.R.Tolkien, probabilmente l’emblema di questo genere letterario, è un romanzo high fantasy, l’altrettanto famoso Twilight di Stephenie Meyer è un urban fantasy.
Insieme alla fantascienza, il fantasy è uno dei generi ritenuti maggiormente d’evasione, ma al contrario si presta molto bene all’inserimento di sottotesti impegnativi, di denuncia sociale e riflessione. Spesso relativi all’accettazione del diverso in un mondo troppo convenzionale e alla scoperta delle qualità che proprio la diversità porta con sé. Dalla saga di Harry Potter di J.K.Rowling a quella di Reckless e Cuore d’inchiostro di Cornelia Funke, sono proprio i poteri dell’eroe che consentono di salvare situazioni critiche. Ma prima di tutto l’eroe deve conoscere le sue capacità, accettarle, capirne il valore, e finalmente potrà usarle per il bene degli altri.
Dagli anni ’60 varie autrici famose hanno utilizzato il genere fantasy per esaltare la figura femminile sotto una nuova luce: quella dell’eroina forte, indipendente e coraggiosa. Esempi celebri sono il ciclo di Darkover e quello di Avalon scritti da Marion Zimmer Bradley, ma anche oggi troviamo modelli di una immagine femminile alternativa e temeraria nei romanzi di Licia Troisi, nei due volumi di Terra Ignota di Vanni HG Santoni e nelle Cronache del ghiaccio e del fuoco di George R.R. Martin.
Questo genere letterario permette di richiamare elementi mitologici e favolistici, riportando all’attenzione la letteratura epica del passato. Se Tolkien e la Rowling attingono a piene mani dalla mitologia greca, Rick Riordan ne ha fatto il fulcro della saga di Percy Jackson. Anche l’epica nordica ha esercitato grande fascino sugli scrittori fantasy: Tolkien – ancora lui – ha affermato di essersi ispirato soprattutto a Beowulf, mentre Robert Erwin Howard ha tratto spunto dalla mitologia nordica per la saga di Conan il barbaro, Terry Brooks si è rifatto alla tradizione celtica per il ciclo di Shannara, C.S.Lewis alla mitologia e alla fiaba per le Cronache di Narnia.
Inoltre è molto interessante vedere come gli autori di romanzi fantasy si destreggiano nel difficile compito di dare vita a mondi immaginari ma allo stesso tempo plausibili, tanto da fare appassionare il lettore. Esempio eccellente è il primo libro delle Cronache di Narnia.
Il genere fantasy ha sempre avuto grandi appassionati ma anche tanti detrattori che lo considerano letteratura di serie B. Il nostro consiglio è di leggerlo: sicuramente potrete imparare tantissimo, qualunque genere poi decidiate di scrivere.