Cosa impariamo dalla lettura del fantasy

Cosa impariamo dalla lettura del fantasy

La nostra carrellata che approfondisce le caratteristiche della narrativa di genere oggi si sofferma sul fantasy, un genere che abbiamo particolarmente a cuore, perché il primo romanzo pubblicato da BookTribu, Freccia di Emilio Alessandro Manzotti, è un urban fantasy.
Tra i generi di cui abbiamo parlato, il fantasy è quello nato più di recente, nel XX secolo, anche se deriva direttamente dal fantastico a cui appartengono l’horror, la fantascienza e il gotico.
Per vario tempo si è associato il termine fantasy alle storie con maghi, draghi, fate, folletti e simili, ma non è così: una storia viene definita fantasy se contiene tematiche soprannaturali che non è possibile spiegare in modo scientifico, come avviene nella fantascienza.
E anche il fantasy, come già abbiamo visto per il giallo e per la fantascienza, si suddivide in tanti sottogeneri.
Così se Il signore degli anelli di J.R.R.Tolkien, probabilmente l’emblema di questo genere letterario, è un romanzo high fantasy, l’altrettanto famoso Twilight di Stephenie Meyer è un urban fantasy. 
Insieme alla fantascienza, il fantasy è uno dei generi ritenuti maggiormente d’evasione, ma al contrario si presta molto bene all’inserimento di sottotesti impegnativi, di denuncia sociale e riflessione. Spesso relativi all’accettazione del diverso in un mondo troppo convenzionale e alla scoperta delle qualità che proprio la diversità porta con sé. Dalla saga di Harry Potter di J.K.Rowling a quella di Reckless e Cuore d’inchiostro di Cornelia Funke, sono proprio i poteri dell’eroe che consentono di salvare situazioni critiche. Ma prima di tutto l’eroe deve conoscere le sue capacità, accettarle, capirne il valore, e finalmente potrà usarle per il bene degli altri. 
Dagli anni ’60 varie autrici famose hanno utilizzato il genere fantasy per esaltare la figura femminile sotto una nuova luce: quella dell’eroina forte, indipendente e coraggiosa. Esempi celebri sono il ciclo di Darkover e quello di Avalon scritti da Marion Zimmer Bradley, ma anche oggi troviamo modelli di una immagine femminile alternativa e temeraria  nei romanzi di Licia Troisi, nei due volumi di Terra Ignota di Vanni HG Santoni e nelle Cronache del ghiaccio e del fuoco di George R.R. Martin.
Questo genere letterario permette di richiamare elementi mitologici e favolistici, riportando all’attenzione la letteratura epica del passato. Se Tolkien e la Rowling attingono a piene mani dalla mitologia greca, Rick Riordan ne ha fatto il fulcro della saga di Percy Jackson. Anche l’epica nordica ha esercitato grande fascino sugli scrittori fantasy: Tolkien – ancora lui – ha affermato di essersi ispirato soprattutto a Beowulf, mentre Robert Erwin Howard ha tratto spunto dalla mitologia nordica per la saga di Conan il barbaro, Terry Brooks si è rifatto alla tradizione celtica per il  ciclo di Shannara, C.S.Lewis alla mitologia e alla fiaba per le Cronache di Narnia.
Inoltre è molto interessante vedere come gli autori di romanzi fantasy si destreggiano nel difficile compito di dare vita a mondi immaginari ma allo stesso tempo plausibili, tanto da fare appassionare il lettore. Esempio eccellente è il primo libro delle Cronache di Narnia
Il genere fantasy ha sempre avuto grandi appassionati ma anche tanti detrattori che lo considerano letteratura di serie B. Il nostro consiglio è di leggerlo: sicuramente potrete imparare tantissimo, qualunque genere poi decidiate di scrivere.



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