17 Feb Leggere i classici per conoscere le basi della letteratura
Gli aspiranti scrittori, ma anche chi scrive già da tempo, sono spesso alla ricerca di suggerimenti, tecniche, metodi per rendere i loro testi sempre migliori, efficaci, per catturare il lettore, ottenere un contratto di edizione, diventare uno scrittore da best seller.
Questa attività formativa è importante, rivela volontà di migliorare e l’umiltà di riconoscere che c’è ancora tanto da imparare.
Ma la prima e più importante formazione per un autore è la lettura che permette di acquisire le strutture linguistiche e narrative che in seguito sfrutteremo adeguandole al nostro stile personale. Perché ciò avvenga al meglio l’ideale sarebbe leggere sia autori classici che contemporanei e spaziare attraverso tutti i generi letterari, poiché ciascuno ha peculiarità proprie. Ci sono autori che hanno gettato le fondamenta della letteratura contemporanea e che sarebbe importante conoscere per entrare nei meccanismi narrativi e linguistici utilizzati oggi.
Per capire la narrazione realistica moderna dovremmo leggere Gustave Flaubert, per imparare a caratterizzare con cura i personaggi minori Charles Dickens. Joseph Conrad o Muriel Spark ci insegnano a creare personaggi verosimili e James Joyce o Anton Cechov a concentrarci sui dettagli descrittivi.
Vogliamo capire come costruire un buon incipit?
Leggiamo “Cantico di Natale” di Charles Dickens o “Moby Dick” di Herman Melville. Desideriamo imparare a creare dei dialoghi efficaci?
Leggiamo Mark Twain.
Sono tutti semplici esempi degli strumenti che la lettura dei classici ci può fornire, oltre al piacere – ovviamente – di leggere opere di grande fascino.
Oltre alle tecniche narrative, leggendo queste pietre miliari della letteratura, si acquisisce maggior proprietà di linguaggio e si scoprono originali architetture dell’intreccio.
Leggere i classici è importante anche per sviluppare il senso critico. Se abbiamo una buona conoscenza letteraria saremo in grado di valutare più obbiettivamente ciò che scriviamo. È ovvio che non potremo paragonarci a Francis Scott Fitzgerald o Virginia Wolf, ma riusciremo a capire meglio se è necessario lavorare ancora ai nostri testi, e cosa dobbiamo migliorare.