BLACK-OUT La nuova collana BookTribu

BLACK-OUT La nuova collana BookTribu

Grandi novità in arrivo. Un nuovo concorso? Ma no, quello non è una novità, perché ovviamente ci sarà (e non manca molto, tenetevi pronti). La novità di oggi è dedicata invece tutta ai lettori.

Lettori, siete in cerca di nuove storie con cui trascorrere le vacanze natalizie? E magari, diciamocelo sinceramente, anche qualche quarantena. Sta per prendere vita una nuova collana BookTribu. Nuova poiché si tratta di una collana che non pubblica gli autori premiati nei nostri concorsi, bensì nuovi autori, e sono scrittori con una penna molto particolare. Una penna che è stata educata da un docente di scrittura creativa che noi ben conosciamo. Uno scrittore dei più prolifici del panorama italiano, nonché il Presidente della Giuria tecnica di tutti i nostri concorsi. Sì, proprio lui: Gianluca Morozzi.

Gianluca Morozzi e il nostro founder Emilio Alessandro Manzotti si sono incontrati in una sorta di salotto letterario online ed è nata così l’idea. 

«BookTribu è cresciuta molto in questi 5 anni» ci spiega il founder, «pubblicando Opere di qualità tramite i propri Concorsi Letterari Nazionali. Oggi è il momento di dare ulteriore impulso allo sviluppo, mantenendosi fedele alla sua identità: rivelare il talento di autori esordienti. Ecco che, attraverso la severa valutazione concertata tra Editore e Docente di Scrittura, possono venire alla luce nuove storie che meritano di essere lette da tutti».

Emilio, si può dire che questa rappresenta una nuova sfida per BookTribu?

«Sì e no: questi cinque anni dedicati agli scrittori esordienti ci hanno insegnato tante cose, esperienze che possiamo trasmettere ai nuovi autori. Tuttavia… vogliamo crescere, e questo è sempre una sfida. Per fortuna, la nostra Community è forte e sappiamo di non essere da soli».

La collana si chiamerà BLACK-OUT e sicuramente molti di voi ricorderanno che Blackout è stato proprio il romanzo che ha portato Gianluca Morozzi al grande pubblico nel 2004. Sì, quell’agghiacciante storia in cui tre persone completamente diverse tra loro si ritrovano chiuse in un ascensore: un’universitaria che si mantiene, un ragazzino col progetto di fuggire da casa e un serial killer (se non l’avete ancora letto, recuperatelo). Ma perché, chiediamo a Emilio, questo nome per la collana? 

«Il nome non può non far pensare a Gianluca, ma per noi significa “fuori dal nero”, ovvero alla luce! Vogliamo portare alla luce nuovi autori e nuove storie».

A proposito di Gianluca, naturalmente abbiamo pensato di rivolgere qualche domanda anche a lui. Che ormai è di casa, non è vero, Gianluca? Da quanto tempo collabori con BookTribu?

«Da qualche anno, come giurato. Ho avuto modo di vedere come lavorano, con quanta serietà, e appena ci siamo detti un semplice “dovremmo fare qualcosa d’altro insieme” è scattata l’idea».
 

Raccontaci come è nata. 

«Il nome lo ha deciso l’editore, la collana è stata invece una mia proposta. C’è un gran numero di autori e autrici che non trovano spazio nel mondo editoriale, fanno scelte sbagliate e vanno a impastoiarsi con editori dannosi. Visto che ne incontro parecchi durante i miei corsi, ho pensato, cerchiamo di darlo noi questo spazio».  

Quanto e in che modo il nome BLACK-OUT richiama il tuo romanzo del 2004?

«Beh, l’editore ha pensato di incentrare la collana intorno al mio nome ma in maniera giustamente indiretta, senza personalizzarla troppo. Certamente è collegata al mio romanzo, ma può sembrare anche un titolo generico, suggestivo. Non avrei voluto qualcosa di troppo specifico, tipo, che ne so, “I libri di Morozzi” o cose del genere».
 

Lo chiedo al professore più che allo scrittore: quali sono gli ingredienti di un libro BLACK-OUT? In cosa indirizzi maggiormente i tuoi studenti?

«Ci deve essere il giusto bilanciamento tra il cosa si racconta e il come lo si racconta, tra trama e stile. Non è una collana nata per ospitare sperimentalismi (sempre rimanendo aperti alle eccezioni) ma neppure per pubblicare romanzi dallo stile sciatto e di servizio. Libri che raccontino qualcosa, sfuggendo ai cliché, alle banalità, alle soluzioni facili che rendono insopportabile una lettura». 

Cosa rappresenta per te questa collana e questa collaborazione?

«La possibilità di aprire spazi a chi non ne trova, di valorizzare qualche mio allievo particolarmente meritevole, di riassaporare l’entusiasmo degli esordienti, che sono sempre una boccata d’aria dopo tanti anni di professionismo».

Viene da chiedersi se questi romanzi abbiano un genere privilegiato. Insomma, cosa ci dobbiamo aspettare dalla collana BLACK-OUT? 

«I primi tre romanzi saranno di atmosfera piuttosto drammatica e noir, pur essendo diversissimi tra loro come ambientazione, geografica e temporale. Ma già dal quarto sconfineremo addirittura ai limiti della fantascienza… non ho preclusioni particolari di genere!»

Direi che a questo punto non possiamo essere che incuriositi. Ma io ne approfitterei, visto che tanti lettori ci leggono, per chiederti anche qualcosa del tuo ultimo romanzo.

«Andromeda è una cupa storia di vendetta, il lungo monologo di un torturatore alle prese con qualcuno che è alla sua mercé. Qualcuno che gli ha fatto qualcosa di orribile in passato, ma non ha idea di cosa, né di chi sia la persona che ha di fronte con una motosega in mano e degli inquietanti secchi di cemento intorno. E gran parte della storia è un flashback di vicende degli anni Ottanta, scaturite nell’evento cruciale».  

Ragazzi, qui decisamente il black non manca. Noi ringraziamo tantissimo Gianluca ed Emilio per aver risposto alle nostre domande e a voi diamo appuntamento a prestissimo, perché il primo libro di BLACK-OUT potrebbe uscire (dal nero) a momenti.



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