Echo Heads, un viaggio nella fantascienza!

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Echo Heads, un viaggio nella fantascienza!

“Ogni lettore si può approcciare a un libro in maniere totalmente differenti. C’è chi vuole essere rassicurato, e chi vuole essere sorpreso. Chi legge sempre lo stesso genere, rimanendo su binari consueti e conosciuti, e c’è chi cerca strade nuove. Questo romanzo vi porta in territori inesplorati, prende la fantascienza, la macina e la rigira secondo un personale estro e vi conduce in mondi nuovi, oltre l’infinito. Non fatevi spaventare, fate come me: seguite l’autore”.

Queste sono le parole con cui Gianluca Morozzi presenta il nuovo romanzo della Collana BLACK-OUT. Simone Colombo dimostra una vera capacità narrativa in un romanzo corale dove l’ossessione umana per la creazione si spinge a tal punto da arrivare al misticismo tecnologico.

Non solo fantascienza quando in un mondo ormai al collasso, un cyborg hackerato è costretto a sentire come un essere umano: l’approfondimento psicologico a confronto con una realtà catastrofica, porta il lettore a riflettere sul futuro che l’umanità sta costruendo.

Sullo sfondo, la distopia di un mondo rinato dalle proprie ceneri alle prese con la sua seconda possibilità. E permangono sempre, al di là di ogni avvenimento e a possibili conseguenze apocalittiche, le radici nelle quali ci riconosciamo come esseri umani: l’amore e, soprattutto, la speranza.

Curiosi di saperne di più? Vi invitiamo a conoscere l’Autore: lo ha intervistato per noi Gianluca Morozzi, il curatore della Collana.

La fantascienza ha attraversato mille sottogeneri nella sua lunga storia. In quale categoria faresti rientrare questo romanzo?

Non saprei indicare una categoria precisa, ma sicuramente è un apocalittico con tratti distopici e una vocazione cyberpunk di fondo, pur mancando sia il nemico monolitico e riconoscibile autore della distopia, sia i viaggi nel cyberspazio in senso stretto. Centrali però sono le tematiche legate all’umano e al cyborg, al naturare e artificiale, nonché il contesto decadente da epoca ipertecnologica al collasso e il suo esatto opposto, la natura incontaminata che si prende la rivincita dopo la caduta. Il tutto mescolato con del misticismo tecnologico e una dose abbondante di racconto di viaggio.

Vuoi spiegare ai lettori come si sposa questo libro con il precedente Radio Heads?

Echo Heads è un’espansione del mio primo romanzo, racconta ciò che è accaduto prima e dopo Radio Heads, ma è stato scritto evitando di imporre un vero ordine di lettura tra i due. In Radio Heads i protagonisti vedono una porzione del mondo post-apocalittico creato nella prima parte di Echo Heads, ma non ne conoscono le cause e non le scoprono. Anzi, non si rendono conto nemmeno di cosa stanno realmente facendo, eredità che verrà raccolta dai protagonisti della seconda parte del nuovo romanzo. Sono due storie molto diverse che si completano a vicenda, ma che vivono bene anche da sole. Radio Heads è soprattutto un racconto di viaggio in un mondo salvo per miracolo, Echo Heads racconta l’ossessione umana per la creazione e la speranza nel poter porre rimedio alle catastrofi che ci aspettano se non ridimensioniamo il nostro ego.

Qual è il tuo percorso di lettore? Quali sono i numi tutelari?

Il mio percorso di lettore è labirintico, mi piace sperimentare generi e accettare consigli, non troppi però. Le prime letture sono state librigame e manga, e credo che questo esca dalle mie pagine, per poi dedicarmi alla fantascienza come al romanzo storico, alla saggistica come alla narrativa del quotidiano. Non essendo un lettore seriale, posso citare qualche nome tutelare tra quelli che si sono guadagnati più di due o tre posti nella mia libreria. Umberto Eco per l’ampia ambizione narrativa, Haruki Murakami per la sensibilità verso le piccole cose, Dan Simmons per gli scenari fantascientifici citazionisti e il mangaka Hirohiko Araki per le soluzioni cervellotiche delle situazioni paradossali.

Qual è per te il lettore ideale di Echo Heads?

Il lettore ideale è quello che inizia un libro fidandosi e lasciandosi portare altrove, senza imporre le proprie aspettative. Credo che questa dovrebbe essere la regola generale. In Echo Heads può trovare pane per i suoi denti chi è vicino alle tematiche ambientaliste e sociali, ma con tendenze alla catarsi apocalittica, chi vuole godersi un viaggio in territori inesplorati, chi è stufo dei soliti protagonisti militarizzati in missione, chi vuole proiettarsi verso il futuro senza tediosi tecnicismi.

Ringraziamo Gianluca Morozzi per questa bella intervista. Buona lettura!



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