Intervista al Direttore Artistico: Dario Albertini

Intervista al Direttore Artistico: Dario Albertini

C’è un modo per raccontare i libri attraverso la radio? Lo abbiamo chiesto a Dario Albertini, che lo fa di mestiere: ecco che cosa ci ha raccontato!

Ciao Dario, tu segui due progetti, che si chiamano Radio Libriamoci e La voce del libro. Ce ne parli?

Sono due realtà diverse ma correlate. Radio Libriamoci, dal 2009, è la radio che ama chi legge, rivolta al pubblico dei lettori e di chi predilige un format basato sulle atmosfere che solo i libri e una selezione musicale di qualità possono creare. La Voce del Libro è uno studio di produzione audio che lavora al fianco degli scrittori e degli editori per promuovere il libro attraverso voci e suoni ad un costo etico, in un mercato della distribuzione editoriale variegato e non senza ombre. Radio Libriamoci produce programmi, La Voce del Libro – oltre ai programmi – realizza booktrailers, incipit, audioracconti e audiolibri.

Come si fa a coinvolgere i lettori via radio, e a rendere interessante un libro?

Bisogna sedersi in poltrona con loro, afferrare il libro tra le mani, annusarlo prima di leggerlo e poi, cercare – attraverso la voce e la propria esperienza di lettori – di dare colore alle righe interpretando l’anima dell’autore.

E il pubblico? Come risponde alla presentazione di un libro via radio?

Chi sceglie Radio Libriamoci lo fa perché è già lettore oppure per curiosità. La risposta è entusiasta e ne siamo fieri e felici considerando che siamo una radio di nicchia e non certo generalista o di massa. Ma questo rientra in quelle che secondo noi sono le caratteristiche fondamentali della radiofonia via web.

Quali sono secondo te i punti di forza dei programmi di Radio Libriamoci e dell’iniziativa La voce del libro?

Ci distinguiamo perché non ci poniamo nei panni dei conduttori radiofonici. Leggiamo libri e ne parliamo così come faremmo con un amico. Se poi parliamo de La Voce del Libro, allora dobbiamo sottolineare che promuovere un’opera letteraria non è fare pubblicità ad un prodotto qualsiasi ma sedersi accanto allo scrittore già immedesimandosi nel lettore e nelle sue sensazioni. Questo fa la differenza quando scriviamo il testo di un’audiorecensione o ci accingiamo ad interpretare un testo. In ultimo c’è il fattore “costo”. Radio Libriamoci offre un servizio gratuito, La Voce del Libro si pone sul mercato in modo innovativo e assolutamente competitivo.

Il palinsesto di Radio Libriamoci dà spazio anche agli autori emergenti: secondo te, cosa può aiutare un giovane scrittore a farsi un nome nell’editoria?

Radio Libriamoci ospita più emergenti che scrittori di fama. Vantiamo le conversazioni con Camilleri e Dario Fo, Marco Buticchi e Luciano Canfora, Gaetano Savatteri, Carmelo Sardo e Giuseppina Torregrossa, giusto per fare qualche nome. Ma questi sono eventi. Per noi la normalità è dare voce a chi fa fatica a vedere il suo libro pubblicato.

Come scegliete i titoli da recensire?

Per quanto riguarda gli emergenti non esiste un criterio: recensiamo tutti sebbene a volte i tempi di attesa siano lunghi. Ma cinquantadue settimane all’anno non bastano a dare spazio a tutti coloro che chi chiedono visibilità. Per gli autori noti la scelta è o di gusto o su segnalazione degli editori.

Che rapporto c’è tra gli ascoltatori della radio e gli autori di cui condividete le opere?

Difficile rispondere. Ogni lettore è diverso dall’altro. Noi ci impegniamo a generare curiosità. Quando un autore ci ringrazia per qualche copia venduta in più o un lettore ci chiede dove possa acquistare un libro ne siamo felici.

BookTribu lancerà a breve un contest dedicato proprio ai giovani autori: secondo te, che cosa non dovrà mancare per convincere un aspirante scrittore a candidare la sua storia?

Gli autori emergenti hanno fame di visibilità. Prova ne sono i tanti gruppi attivi sui social. E poi c’è il concetto di gratuità della promozione che è – purtroppo – vincente per ogni iniziativa promozionale. Dico purtroppo perché ciò che manca oggi, a mio parere, è il senso della gavetta così come la si intendeva una volta e forse anche poca fiducia nelle proprie capacità. Questo è un vizio per la promozione e per il mercato.

C’è qualche strada che non hai ancora esplorato, qualche progetto che hai nel cassetto?

Sicuramente sì. Ma ponimi la domanda tra qualche mese e ti risponderò con delle novità.

Un’ ultima domanda, questa volta nei panni del lettore: qual è il libro che ti è rimasto nel cuore?

Uno solo? No, non posso darti un solo titolo, ma quattro sì: L’elogio della follia di Erasmo da Rotterdam, I promessi sposi di Alessandro Manzoni e, tra i contemporanei, Il nome della rosa di Eco e Un indovino mi disse di Tiziano Terzani. Questi sono i libri che ho sul comodino e di cui vado a rileggere qualche pagina molto spesso.

Grazie!

Grazie a te Dario, è stato un vero piacere conoscerti!



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