YOUNG READS Le parole giuste di Silvia Vecchini

YOUNG READS Le parole giuste di Silvia Vecchini

Emma affida il suo destino a una palla bianca e nera magica con una finestrella trasparente. Tirandola, a seconda del caso, uscirà dalla finestrella una risposta diversa. Emma fa la seconda media e sogna perché la realtà è molto faticosa. Da un po’ di tempo pare che intorno a lei si sia creato il deserto. Le “dee dell’Olimpo” l’hanno gentilmente buttata fuori dalla sfilata di carnevale. Sulla “lista dei segreti spacciati”, trovata misteriosamente nell’armadio di classe, è apparsa la scritta: “Emma finirà nel gruppo RPS”. Recupero, potenziamento, sostegno. “Sono diventata stupida” pensa. In realtà ha un problema che appartiene al 4% dei ragazzi italiani: la dislessia. Ma non è il caso di parlarne a casa: papà è malato, in attesa di un trapianto. Il suo quaderno è un cimitero di segni rossi e le parole un garbuglio di suoni. I suoi problemi Emma li affronterà da sola. Anzi, no: con Alessandra, la prof di sostegno, una giovane donna senza paura di affrontare le difficoltà. Ma non è facile, quando si vive la scuola come un campo minato, dove i concetti sembrano sfuggire come anguille. Per fortuna anche un ragazzo, Mathias, si accorge di Emma.

Silvia Vecchini è una giovane autrice che da sempre si dedica alla letteratura per ragazzi e che con “Le parole giuste” ha voluto fare luce su una malattia ancora poco conosciuta, nell’intento di spiegare che “Essere dislessici non significa essere stupidi, ma semplicemente metterci molto più impegno per fare una cosa rispetto ai coetanei” spiega Silvia.

Un libro tenero e delicato, un invito a non arrendersi mai, adatto dai 10 anni in su.

Ps: Non pensate che la dislessia, la difficoltà nel leggere e scrivere, sia una grande metafora, perché in fondo siamo un po’ dislessici, nel senso che facciamo fatica a leggere le “parole” della vita?

Leggi l’intervista a Silvia Vecchini su Libreriamo



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