Manuale di Stile

Manuale di Stile

Quelle che seguono sono le norme redazionali a cui ci atteniamo nella realizzazione dei libri pubblicati da BookTribu. Vi chiediamo di applicarle ai vostri testi prima di inviarceli.

Abbreviazioni

Nel caso si usino singole lettere puntate conseguenti, tra di esse non va messo alcuno spazio (es: a.C., d.C.).
Nelle abbreviazioni relative alle misure non va mai messo il punto finale e devono essere inserite dopo la misura (2 kg e non kg 2).

Accenti

Di solito nella lingua italiana si utilizzano soprattutto l’accento grave (è) e quello acuto (finché).
Vengono usati sui monosillabi omografi, parole cioè che hanno la stessa grafia ma origine, significato e a volte pronuncia differenti. (da e dà, né e ne, sì e si, sé e se, li e lì, la e là). Gli accenti vanno messi anche sui composti di tre (ventitré, trentatré), re (viceré) e blu (rossoblù) e sulle parole composte il cui secondo membro è un monosillabo (autogrù).

Non vanno messi gli accenti su qui, quo e qua e sulle note musicali.

Attenzione: mai mettere l’apostrofo al posto dell’accento.

Apostrofo

Nelle parole con l’apostrofo non devono esserci spazi né prima né dopo (l’apostrofo e non l ‘ apostrofo). L’apostrofo viene usato in caso di elisione, ma non vanno mai elisi gli articoli plurali gli e le (si scrive gli indiani, non gl’indiani)
L’apostrofo si utilizza:

  • nelle parole tronche (be’, mo’, po’)
  • in alcuni imperativi (di’, da’, fa’, sta’, va’, ecc.)
  • per segnalare la caduta di una sillaba iniziale (‘sto per dire questo).

Iniziale maiuscola o minuscola

L’iniziale maiuscola si usa:

  • dopo il punto interrogativo ed esclamativo
  • dopo i tre puntini di sospensione se hanno valore di punto fermo
  • per la prima parola tra virgolette caporali (« ») introdotte dai due punti
  • nelle parole Bibbia, Corano, Vangelo, Antico, Vecchio e Nuovo Testamento
  • nei nomi propri di persona e di cosa
  • per i soprannomi e gli appellativi di personaggi reali (Alessandro Magno, Riccardo Cuor di Leone) o di personaggi di finzione all’interno del testo (il Grande Vecchio)
  • nelle espressioni antonomastiche (la Pulzella d’Orléans, la Grande Guerra)
  • per le ere preistoriche e geologiche (Neolitico, Pleistocene)
  • per avvenimenti storici o epoche di particolare importanza (il Medioevo, la Resistenza), ma l’aggettivo che eventualmente accompagna la prima parola va minuscolo (la Rivoluzione industriale)
  • per i nomi di popoli antichi (i Greci, i Fenici)
  • per i nomi di origine religiosa (Gesù, Allah, Buddha, Visnu, Dio)
  • per le festività religiose e civili (Natale, Primo maggio)
  • con gli aggettivi sostantivati che indicano zone geografiche (il Pavese, il Varesotto)
  • per i termini di origine psicologica (Io, Es, Sé, Super-io)
  • per i nomi usati in contesto astronomico (Luna, Terra, Sole) ma non se usati in un contesto generale (la luna stanotte brilla nel buio)
  • per i primi termini della classificazione botanica e zoologica (Homo erectus, Matricaria Chamomilla)
  • per i termini geografici composti da sostantivo e aggettivo, scrivendo maiuscolo solo il sostantivo se l’aggettivo segue (America latina), entrambi se l’aggettivo precede (Medio Oriente)
  • per i punti cardinali che stanno a indicare la regione geografica (il Nord, l’Oriente, la Corea del Sud, il polo Nord) mentre quando vengono usati in modo generico vanno minuscoli (a nord di Bologna, proviene da oriente). 

​L’iniziale minuscola si usa:

  • per i nomi dei mesi e dei giorni della settimana
  • per i termini stradali come via, piazza, viale e simili e i corrispondenti francesi rue, place, ecc. (per quelli inglesi e tedeschi si usa la maiuscola Avenue, Street, se vengono dopo il nome: Madison Avenue)
  • per le cariche amministrative, religiose, militari e i corpi militari (re, principe, papa, generale, fanteria, aereonautica)
  • per i termini san, santo, santa quando accompagnano il nome della persona; in maiuscolo quando indicano il nome di un edificio, di una città ecc. (San Francisco, San Petronio, San Siro)
  • per i movimenti politici, religiosi e filosofici (leninismo, islamismo, epicureismo)
  • per le parole di “cortesia” come signore, signora, don, dottore, professore, ecc.
  • per i nomi mitologici diventati termine di uso comune (musa, centauro, sirena).

Numeri

I numeri cardinali (uno, due, tre) si scrivono in lettere salvo quando la parola diventerebbe troppo lunga (novemilaquattrocento meglio scriverlo 9400), o nel caso di date, riferimenti a numeri di pagina, numeri civici, quando seguono un sostantivo (l’appartamento 6), nei riferimenti orari precisi (alle 16.25, però si scrive alle quattro e trenta). Da diecimila in su le cifre si separano con un punto (11.276).

I numeri ordinali (primo, secondo, terzo) si scrivono in lettere.
I numeri romani (I, II, III, IV) si usano per i sovrani, i papi, i secoli e nelle indicazioni bibliografiche.

Parole straniere

Le parole straniere vanno sempre scritte al singolare anche quando le si usa al plurale (gli hobby e non gli hobbies, i fan e non i fans).
I nomi geografici stranieri che hanno forma italianizzata vanno in questa forma (Dublino, Tamigi, Urali).

Punteggiatura

Lo spazio si mette solo dopo il segno di interpunzione, mai prima.
Nel caso di due segni di interpunzione successivi, non va messo lo spazio (nel 1145 a.C., quando il regno).

Puntini di sospensione

I tre puntini (…) si usano per segnalare una sospensione della frase e vanno usati con parsimonia.
Se sono all’inizio della frase, vanno separati con uno spazio dalla parola che segue. Se sono alla fine sono attaccati alla parola che precede e staccati dall’eventuale parola che segue. Se coincidono con la fine della frase non va aggiunto il punto fermo. L’iniziale è sempre maiuscola quando la frase riprende.

Punto

Il punto va messo dopo la parentesi e dopo le virgolette di chiusura.

Nel caso in cui il discorso diretto termini con un punto di interiezione o con i tre puntini, dopo le virgolette di chiusura non deve essere posto il punto.

Trattino

I trattini si possono usare per precedere e concludere un inciso e vanno distanziati con uno spazio (il sole – che trapelava dalle persiane – era caldissimo).

Non si mettono gli spazi prima e dopo del trattino nei seguenti casi:

  • per unire due termini correlati (part-time; dizionario Tedesco-Spagnolo)
  • tra due cifre (biennio 2014-2015).

Non si usa il trattino con i prefissi ex, anti, capo, contro, filo, vice, ma si scrivono le parole unite (vicedirettore, filosovietico, controriforma)

Virgola

La virgola va messa:

  • nei vocativi: Chiara, perché piangi?
  • ad inizio e fine di un inciso (oggi, visto che piove, andrò al lavoro in auto)
  • negli elenchi (per la torta mi servono farina, zucchero, uova e latte).

Virgolette

Le virgolette caporali (« ») si usano nei dialoghi.

Le virgolette alte doppie (“ ”) si usano:

  • per le parole utilizzate in accezione non comune o quando si vuole evidenziare una parola
  • per la traduzione di termini o brevi espressioni in lingua straniera
  • quando bisogna mettere tra virgolette una o più parole che già sono all’interno di virgolette («Hai detto: “Ti odio”»).

Gli apici (‘ ‘) si usano molto raramente quando serve un terzo tipo di virgolette.

Grazie per la cura con cui uniformerete il vostro testo alle nostre regole redazionali: ci permetterà di realizzare buoni libri

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